Per un adolescente, o per un bambino, entrare in una casa famiglia significa far parte di una zona protetta che può salvargli la vita. È questo il presupposto comune di ogni vicenda che si svolge nelle comunità per giovani considerati “problematici”, o addirittura “impossibili”, da parte delle famiglie di provenienza o delle istituzioni che, a volte fin dalla nascita, li hanno presi in consegna. Ogni storia, però, ha una sua specificità, caratteristiche proprie che la rendono unica, con un finale diverso per ciascuna delle persone che di quelle storie sono protagoniste.

Zona Protetta è una docu-serie che si pone l’obiettivo di raccontare questa unicità, affidando alla voce dei ragazzi e delle ragazze ospiti delle comunità il racconto della propria esperienza. A recepire le loro storie sono cinque giovani film-makers, registe e registi quasi coetanei che, di volta in volta, di comunità in comunità, conoscono e provano a capire, prima ancora che a restituire allo spettatore, un frammento di quelle vite.

Una tunica color crema e una stola appesa al finestrino della vecchia Skoda grigia, sul parabrezza un cartello: Priester im Dienst, prete in servizio. Christine sistema libri e paramenti in un carrellino di plastica, sono gli strumenti della sua routine quotidiana. Da quasi vent’anni adempie così, in movimento, alla sua vocazione e al mestiere che ha scelto: vescova cattolica romana.

Christine ha sessantacinque anni e vive con l’amico Raphael in una vecchia casa contadina dell’Alta Austria. Nelle sue vite passate ha ricevuto un’educazione cattolica, è stata suora benedettina, insegnante alle scuole superiori, ha sposato un uomo divorziato e ha perso così ogni possibilità di lavorare per la Chiesa. Dopo essersi battuta per decenni in favore del sacerdozio femminile, nel 2002, assieme ad altre sei donne, si è imbarcata su un battello sul Danubio e si è fatta ordinare prete da un vescovo argentino. La scomunica ufficiale del Vaticano non ha impedito al gruppo di costituire un movimento che oggi conta centinaia di membri in tutto il mondo e che rifiuta l’esclusione dalla fede cattolica.

Il film intreccia momenti della vita quotidiana di Christine, la sua relazione con i fedeli e i lunghi viaggi, le battaglie e l’attivismo internazionale con il percorso di apprendistato di una nuova candidata al sacerdozio. Dopo anni di silenzio Christine ha iniziato a ricevere richieste di donne che volevano prepararsi al sacerdozio: l’incontro a lungo atteso con donne più giovani rende possibile la sopravvivenza di un’idea, e apre al ricordo di un percorso personale e di una scelta dolorosa e potente insieme.